Intervista a Aura Conte!

In questi giorni ho avuto il piacere di conversare con un’autrice intelligente, tosta e molto gentile. Ho apprezzato particolarmente le risposte che ha dato e sono molto lieta di condividere con voi, sotto Natale, l’intervista che mi ha rilasciato. Colgo questa occasione per ringraziarla e al tempo stesso, ringrazio voi che mi seguite.

Qual è la scintilla che ha dato vita al tuo mondo come scrittrice?

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Intervista a Aurora Nardoni, autrice di “Le terre di Narwain; il Figlio dell’Oblio”

Ciao! Prima di tutto, grazie di aver accettato il mio invito! Che ne dici di presentarti ai nostri lettori?

Ciao! Grazie a te per questa bella opportunità, mi fa molto piacere. Sono Aurora Nardoni, ma in genere mi piace presentarmi sui social e altre piattaforme digitali come Alhena o Selene (nome fittizio che uso soprattutto per firmare i miei scritti su Wattpad). Prima ancora di essere un’aspirante scrittrice, sono una lettrice e una studentessa di lingue, letteratura e cultura straniera. Mi piacciono i videogames, l’odore della pioggia, le candele e il tè caldo.

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Intervista a Giampy!

Prima di tutto grazie di aver accettato il mio invito! Sono davvero contenta di averti qui. Per favore, presentati ai nostri lettori!

Ciao, sono io che ti ringrazio per l’invito e l’opportunità di farmi conoscere! Sono Gianpiero, anche se preferisco essere chiamato con il diminutivo Giampy. Non ho mai amato particolarmente il mio nome!

Ho 25 anni, quasi 26 e amo leggere, scrivere e giocare ai videogiochi. Ogni tanto guardo anche le serie tv e gli anime, preferisco le serie, soprattutto quelle intriganti e non disdegno le trasposizioni dei libri, nonostante spesso siano discutibili.

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Intervista a Chiara Tremolada – L’erede di Ethel – Il grande vallo – Vol.1

Io posso vantarmi di conoscere una delle autrici emergenti più talentuose del panorama italiano.

Sì, sto facendo una sviolinata di presentazione e me ne faccio un vanto, con tutta la spudoratezza di questo mondo!

Chiedo però la vostra comprensione per questa introduzione, perché in tutti questi anni ho visto sbocciare la saga di cui finalmente è stato pubblicato il primo di cinque volumi.

Chiara è una persona che conosco da moltissimi anni. È una donna di talento, intelligente, onesta, creativa e tenace. Merita di avere successo per l’enorme impegno e dedizione che ha dimostrato, dando vita a una saga unica, brillante, con personaggi ben definiti, tutt’altro che banali, e arricchita da un mondo che vi ruberà il cuore.

Io lo so.

Ripeto, posso vantarmi di averlo letto prima di chiunque altro ma sono anche una persona obiettiva e apprezzo un buon romanzo quando è strutturato bene.

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Chiara, grazie mille per questa intervista! Tu sai quanto credo fortemente in Ethel. Cominciamo dunque dalle origini. Quando è nata la storia?

La storia è nata ormai quasi sedici anni fa, quando avevo tredici anni, grazie all’amore per la lettura e per la scrittura trasmessomi dalla mia prof di italiano delle medie.

Ovviamente, non avevo le capacità stilistiche per portare avanti una storia di questa portata, né tantomeno avevo le conoscenze e le capacità analitiche per dare forma a quella che è la saga nella sua versione definitiva, ma la trama di base è rimasta invariata.

Ciò che è cambiato è il ruolo dei personaggi nella storia, il world-building e la complessità dell’intreccio.

Per un periodo di tempo, so che è rimasta chiusa in un cassetto. Che sensazioni hai avuto nel rileggerla la prima volta?

Che orrore!

Il primo impatto è stato quello… Stile acerbo, pieno di errori, “show, don’t tell” inesistente, punti di vista sconosciuti e trama colma di lacune.

Però, al di là dell’aspetto stilistico, ho pensato che ci fosse del buono in quella storia e che, se riscritta nel modo giusto, con le competenze acquisite in anni e anni di scrittura sul web, sarebbe diventata un buon romanzo.

Ricordo bene che spesso scarabocchiavi mappe, studiavi le posizioni che avrebbero dovuto avere le navi, in che modo farle interagire e amavo particolarmente quei momenti, ma non deve essere stato facile. Hai mai avuto dei dubbi di potercela fare? Come sei riuscita a sconfiggere il famigerato “blocco dello scrittore”?

Sì, spesso ho avuto l’impressione che non sarei mai arrivata alla fine, che stessi scrivendo qualcosa di molto più grande di me.

L’amore per questa storia e per i personaggi che la muovono, però, ha vinto su tutto.

Il blocco dello scrittore, per quanto mi riguarda, non esiste… Esistono la stanchezza, la mancanza di una trama chiara ben definita nel dettaglio, la mancanza di un contesto adatto in cui scrivere e la mancanza di voglia.

Ci sono stati periodi, magari durati anche sei mesi, in cui non facevo altro che rileggere e modificare. Se scrivevo una riga nuova al giorno era un successo.

Questo, però, ha smesso di succedere quando ho iniziato a fare delle scalette dettagliate dei tre o quattro capitoli che avrei scritto nei giorni successivi.

Più la scaletta delle cose imminenti da scrivere è dettagliata, più è facile continuare a scrivere con disinvoltura.

Sempre legata alla domanda precedente, ti sei informata moltissimo per dare alla storia un certo spessore storico, pur restando nella tematica fantasy, vero?

Sì, vero. Soprattutto per quanto riguarda le parti nautiche, che verranno narrate a partire dal secondo volume, ho letto montagne di libri.

Quando ho iniziato, non sapevo nulla di nomenclatura navale, duelli all’arma bianca e vita nel deserto ma, un po’ alla volta, ho acquisito le competenze che mi servivano.

Inoltre, è proprio così che ho iniziato a praticare vela e ho deciso di fare un viaggio in Marocco, nel deserto del Sahara: dovevo assolutamente mettere in pratica ciò che avevo imparato dalla teoria!

Di giorno lavoravi. Dalle 8 alle 17. Poi ti mettevi a scrivere fra mille difficoltà. Un ritmo che non è facile tenere ma tu ci sei riuscita. C’è qualche segreto che vorresti condividere?

Il segreto è scrivere sempre, tutti i giorni. Anche quando la palpebra cala, anche quando vorresti mollare e fare tutt’altro, l’unica cosa da fare è scrivere.

Bastano un paio di righe, ma sono indispensabili per non mollare.

Oltre a questo, prima di mettersi davanti al pc, bisogna avere ben chiaro ciò che si vuole scrivere e, per averlo sempre chiaro, è sufficiente pensarci nei momenti morti, quando si è in coda in tangenziale, al supermercato, nello studio di un medico…

Senza scendere eccessivamente nei dettagli, per non svelare troppo, cosa ami di più di ogni personaggio e cosa detesti profondamente?

Non credo ci siano personaggi di cui ho detestato davvero qualcosa. Di sicuro, quello per cui ho sempre avuto poca simpatia è Malek. Chi leggerà il romanzo avrà occasione di conoscerlo… Per quanto mi riguarda, lo trovo un personaggio davvero molto distante da me, cinico, calcolatore e doppiogiochista. Il suo ruolo è indispensabile, ma certo lo trovo un personaggio discutibile.

Riguardo a tutti gli altri, mi piace la loro imprevedibilità, la loro capacità di uscire dalla scaletta e prendere iniziativa, a prescindere dal mio volere.

Il testo è fluido, privo di imperfezioni, come ci sei riuscita? Hai qualche aneddoto divertente che vuoi raccontare?

Riscrivendo decine e decine di volte.

Questa storia, in tutto, conta quattro riscritture complete, l’ultima risalente al 2014, quando ho anche buttato giù la cartina (finalmente, direbbe qualcuno).

Ovviamente, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile, senza le tue correzioni e le tue riletture di capitoli che ti ho inviato magari cinque o sei volte.

Decisivo è stato anche l’occhio di falco di mia mamma.

Ogni volta in cui le passavo 30 pagine, ero convinta che non ci fossero errori residui… E invece qualcuno lo beccava sempre!

Devo poi ringraziare Alessandra Gandolfi, la mia editor, a cui ho inviato le ultime correzioni pre-stampa di domenica, a mezzanotte.

Santa donna, quanta pazienza che ha avuto… E quanto lavoro ha fatto sul mio testo!

Ho amato particolarmente le descrizioni dei paesaggi. So che ti sei ispirata ai tuoi viaggi, vero? Il deserto è fra quelli che mi ha rubato il cuore, sai?

Sì, verissimo. In questo primo volume, prevalgono paesaggi norvegesi e scozzesi, nel secondo e nel terzo volume ci sono frequenti rimandi al nord Africa, al deserto del Sahara e alla steppa mongola, mentre il quarto e il quinto sono più rivolti all’Europa continentale.

Chi ha visitato i luoghi descritti nella storia riuscirà di sicuro a riconoscere le mete dei suoi viaggi.

Cinque cose che pensi di poter dire senza sbilanciarti troppo e invogli il lettore a leggere?

Facciamo che procedo per punti, così sono sicura di arrivare a cinque.

1. Non è un fantasy in cui la sorte gira sempre a favore dei personaggi principali. Anzi, diciamo che la ruota della fortuna gira in modo imprevedibile e colpisce senza distinzione. Per cui, sì. Il vostro personaggio preferito potrebbe morire quando meno ve lo aspettate.

2. Non c’è un “oscuro signore” che agisce in modo malvagio per il semplice gusto di fare del male. Certo il “cattivo” non è un santo, ma agisce con cognizione di causa, e i “buoni” non sempre giocano in modo pulito e corretto.

3. Molte vicende narrate rispecchiano il mondo reale e ne sono una rappresentazione metaforica. Mi sono ispirata a fatti di cronaca, storia contemporanea e storia medievale. La narrazione non nasconde nulla. Crudeltà, raggiri, manipolazioni e torture vengono descritti con l’obiettivo di raggiungere il massimo grado di realismo possibile. In parole povere: non sempre il bene trionfa su tutto.

4. Non mancano personaggi ironici e auto-ironici, che allentano la tensione e aggiungono imprevedibilità alla narrazione. Ogni tanto, una risata o almeno un sorriso fanno bene allo spirito. Non si può soffrire per cinque volumi.

5. I personaggi sono tanti e molto vari. Nel delineare la loro personalità ho prestato particolare attenzione al loro vissuto e alla loro indole. Nelle medesime circostanze, personaggi differenti si comporteranno sempre in modo differente e subiranno le conseguenze degli eventi o delle loro azioni in modo più o meno marcato, secondo quella che è la loro natura.

Ultima domanda, un po’ spinosa. Negli ultimi anni, purtroppo, come sai fin troppo bene per averlo sperimentato sulla tua stessa pelle, sono nati dei “briganti” della scrittura. Esseri che si divertono a insultare e tormentare gli autori, soprattutto quelli emergenti. Abbiamo denunciato e abbiamo ricevuto tanta comprensione ma anche tanta indifferenza. C’è qualcosa che vorresti dire al riguardo, un consiglio che senti di poter dare?

Non offendiamo i briganti!

Scherzo, ovviamente… Ciò che posso dire è “non date da mangiare agli haters”.

Ci sono stati momenti in cui ho pensato di mollare, in cui mi sono detta “che cosa pubblicizzo a fare i miei libri se, per ogni recensione positiva, ricevo una recensione negativa lasciata da un account fake creato dalla solita hater?”

Ma, alla fine, vado avanti.

I miei riscontri positivi li ho avuti e chi mi odia, chi infanga il mio lavoro per il gusto di insultarmi, senza nemmeno aver letto il mio libro, non merita il mio tempo o la mia considerazione.

Un consiglio che mi sento di poter dare agli autori emergenti è: quando ricevete una recensione negativa, con tutta l’educazione di questo mondo, chiedete di motivarla, dettagliandola con stralci di testo in cui siano ben visibili i difetti che vi vengono segnalati.

Se qualcuno scrive che il vostro testo è pieno di errori di sintassi, chiedete cortesemente un paio di esempi.

Approcciatevi al lettore con umiltà. Magari è vero, ci sono degli errori che non avevate notato. Magari è solo qualcuno che non ha letto il vostro libro e se la prende con voi perché non riesce ad avere successo.

Purtroppo, è più facile insultare la squadra avversaria e accusarla di barare, che valorizzare la propria squadra e incitarla a migliorare.

Ancora una volta, grazie di cuore per avermi concesso il tuo tempo.

Grazie di avermi permesso di parlare di Ethel su queste pagine. Ogni tanto, ne sento ancora la mancanza e quasi spero in un seguito!

Oltre ai cinque volumi già scritti, non ho in programma di scriverne altri, ma non si sa mai…

Grazie a te per avermi concesso questo spazio!

Intervista a Cristopher Sabir, autore di: La notte del Kaiju

Ho il piacere di presentavi l’intervista che Cristopher Sabir mi ha rilasciato per il suo romanzo, ”La notte del Kaiju”, disponile dal 2 Marzo su Amazon. Su Wattpad, ha riscosso numerosi premi ampiamente meritati e, senza cadere nel banale, si può considerare una delle sue punte di diamante. Grazie di aver scelto questo come quarta tappa del blogtour!

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