Intervista a Chiara – fantasy_wanderer!


Ciao Chiara! Prima di tutto, grazie di aver accettato il mio invito! Su Instagram sei conosciuta come fantasy_wanderer. Chi ti segue sa che ti occupi di recensire libri. Quando e com’è nata questa idea?

Ciao Teriel! Ho aperto il mio profilo nell’ottobre 2020 ma l’idea balenava nella mia mente da molto prima, ho sempre amato i libri e mi ero appena ripresa da un brutto blocco del lettore. Quindi direi che l’idea è nata così con naturalezza e poi si è concretizzata quando finalmente mi sono decisa ad aprire il profilo.

Nel mondo dei libri non dovrebbero esserci differenze eppure gli appassionati del classico detestano il genere Fantasy, considerandolo di serie B. I fanatici arrivano a smettere di seguire chi come te, osa parlarne. Cosa ne pensi?

Purtroppo nel mondo dei lettori ci sono tanti pregiudizi, io stessa a volte do per scontato che i romance siano frivoli, senza conoscerne il contenuto. È sbagliato, lo so e ci sto lavorando. Purtroppo il Fantasy subisce la stessa sorte, viene etichettato come “per bambini”, “frivolo”, “sciocco” … e invece dietro ai fantasy ci sono interi mondi, personaggi complessi, pantheon e religioni, culture e mitologia. Tutto ciò nasce dalla penna e dalla mente di un’unica persona che non si limita a inventare dei personaggi e una storia e porli in un contesto reale (che ha studiato per filo e per segno) o a riportare fatti realmente avvenuti, lui crea, crea tutto (o quasi, dipende poi dal sottogenere) e io trovo che la vera magia risieda lì, in quell’inventiva così enorme, senza limiti.

Bisognerebbe fermarsi a riflettere e si potrebbe arrivare a questa conclusione, così come alla consapevolezza che ogni storia di qualsiasi genere è frutto del lavoro e della passione di qualcuno e che, se questa persona se ne è presa la giusta cura, ne nasce un libro che merita la sua occasione con i giusti lettori. D’altro canto è giusto riconoscere che dietro a molte opere ci sia un impegno di ricerca, studio e inventiva maggiore che dietro altre, ma questo non significa che siano meno meritevoli. Penso che capiti un po’ a tutti di voler alternare letture “pesanti” e “leggere” e che questi due termini siano molto oggettivi in questo campo.

Quanta competizione c’è fra gli autori emergenti? C’è chi ha subito recensioni false e atti di persecuzione veri e propri. Cosa ne pensi a riguardo?

La competizione sana può essere un buon incentivo alla scrittura per alcuni autori, ma quando questa diventa malata, diventa un gioco sporco, allora la ritengo davvero vergognosa. Vorrei sapere come si fa solo a pensare di perseguitare un autore che fa antipatia o di cui non piacciono i libri o, magari, uno che di cui si invidia il successo. Per me è inconcepibile. Purtroppo il danno per gli autori emergenti, non pubblicizzati dalle grandi CE, può essere davvero enorme. Per cui, per favore, non fatelo, non è corretto.

Cinque cose che chi ti chiede una recensione dovrebbe tener presente?

  1. Sarò sempre educata, ma sincera. Magari non scriverò tutto quel che penso nel post pubblico, ma farò presente all’autore se, per me, c’è qualcosa che non va o che potrebbe essere migliorata. D’altro canto cercherò sempre di evidenziare anche i pregi.
  2. Se il genere del libro e il suo stile fanno per me. Per questo chiedo sempre di leggere un estratto prima di accettare una collaborazione. Mi è capitato di restare bloccata nella lettura di un libro con un genere che mi piace ma uno stile che non è nelle mie corde. Visto che considero le collaborazioni molto importanti, non vogli rischiare di arrancare nella lettura e perdere troppo tempo.
  3. I miei tempi: purtroppo sono lunghi. Leggo lentamente e, dopo che nel mio primo anno su Instagram ho letto quasi esclusivamente libri per le collaborazioni, ho deciso di alternare con gli altri libri nella mia (altissima) pila della vergogna.
  4. Che mi può chiedere consiglio, non sono un’esperta del settore ma se un autore ha un qualsiasi dubbio sulla sua storia, cerco volentieri di aiutarlo.
  5. Sono disposta a fare da beta reader, non sempre naturalmente perché è un’attività che richiede impegno, ma mi piace molto e sono minuziosa nelle note che periodicamente invio all’autore.

Cinque libri che consiglieresti sempre a prescindere dal tempo trascorso?

Qui andrebbero fatte tante premesse, ma dico solo che i libri che consiglierei di certo non sono adatti a tutti e proverò a spiegarvene i motivi. Inoltre leggo principalmente saghe, quindi vi consiglio quelle.

  1. La Canzone del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin, saga meglio nota come Il Trono di Spade. Non fate come me e non comprate tutti i volumi in una volta sola perché mi è stato detto che lo stile di scrittura è troppo pesante. Io l’ho letta senza problemi e ho adorato tutto, nonostante la mia memoria non mi permetta di cogliere tutti i sottili collegamenti presenti. È la saga più geniale che io abbia mai letto, i dettagli sono tutti al loro posto e la profondità del world building è senza pari. Da tenere in considerazione: da anni non viene pubblicato l’ultimo volume (o gli ultimi due?) ed è molto frustrante. George Martin ti prego: SCRIVI!
  2. Le Cronache del Mondo Emerso di Licia Troisi. È una saga sulla quale se ne sentono di tutti i colori e che risente un po’ dei suoi anni, ma nel mio cuore ha sempre un posto speciale. La maggior parte dei lettori di fantasy della mia età non solo l’ha letta, ma si è avvicinato al fantasy proprio grazie a essa. Per me è indubbiamente un pilastro del fantasy italiano, checché se ne dica.
  3. Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo di Rick Riordan, anche qui c’è del genio. È una saga scorrevole e divertente, con una rielaborazione molto bella e originale del pantheon greco, un ottimo modo per rilassarsi o superare un brutto blocco del lettore.
  4. L’Erede di Ethel di Chiara Tremolada. Questo è un grande esempio di come la qualità del self publishing non è da meno di quella delle case editrici, anzi è addirittura migliore di quella di molte CE un po’ approssimative. La saga epic fantasy è curata nei minimi dettagli, il world building è pazzesco, così come i personaggi. Anche qui si tratta di una lettura lunga e impegnativa, alla fine del primo libro, molto bello, si potrebbe essere un po’ in dubbio sul continuare perché essendo una saga lunga non si è ancora entrati nel vivo della storia, ma vi assicuro che ne vale assolutamente la pena.
  5. Le Terre di Narwain di Aurora Nardoni. Io ho letto la versione da beta reader ed era già molto bella, quindi lo consiglio assolutamente. Nonostante i toni a tratti un po’ cupi, consiglio la lettura a tutti gli amanti del fantasy, è molto scorrevole e l’autrice ha rielaborato in modo interessante le culture realmente esistenti o esistite a creare qualcosa di nuovo e incredibilmente variegato.

Cosa ne pensi dell’editoria italiana?

Parlando delle grandi case editrici, sono felice che negli ultimi anni si stia dando maggior risalto al fantasy, ma vorrei che fosse così anche per la fantascienza e altri generi di nicchia. Mi piacerebbe inoltre che dessero un input ai fantasy italiani che, dopo Le Cronache del Mondo Emerso e pochi altri, non sono più stati considerati.

Tra le piccole e medie CE ci sono tante realtà molto belle e spero che riescano ad emergere e crescere sempre più. Altre invece peccano nella cura dei loro prodotti, mettendoli sul mercato pieni di errori, penso che dovrebbero averne un maggiore riguardo perché oltre a danneggiare sé stesse, danneggiano gli autori che magari si sono appena approcciati al mondo dell’editoria.

Infine, sono molto felice che alcune CE si dedichino ai fumetti e che siano molto cresciute negli ultimi anni; mi piacerebbe molto trovare nelle librerie sezioni più grandi e curate dedicate ai fumetti occidentali.

Secondo te, cosa non dovrebbe mai mancare in un buon romanzo?

I draghi.

Va bene come risposta? In alternativa dico che in ogni buon romanzo non dovrebbe mancare la profondità del world building e dei personaggi che lascia presagire che ci sia qualcosa dietro, che il tutto non sia piatto come le pagine su cui si svolge la storia ma tridimensionale, reale. Poi, come ho detto prima, non dovrebbe mancare la cura minuziosa del libro che alla fine viene dato in mano ai lettori. Però se ci sono i draghi, va bene tutto.

P.S. Ho letto un libro pazzesco con i draghi, ma che poi ha avuto un finale deludente, che si è svolto in poche righe, mentre il romanzo è un mattone, e senza un sacrificio che secondo me si rendeva necessario per il tipo di storia. Quindi, sì, era un bel libro e forse lo rileggerò prima o poi, ma anche con i draghi si può sbagliare.

Hai mai pensato di scrivere un libro?

Lo penso da quasi vent’anni e ogni tanto ci provo pure. Mi vengono molte idee ma mai nessuna ha una fine. Spero che presto io riesca a mettere su carta le mie storie. Ho pubblicato due racconti: uno per Historica Edizioni, uno per una casa editrice che purtroppo ha chiuso i battenti. Ma vorrei scrivere qualcosa di più lungo e articolato, vorrei veramente tanto tirare fuori dalla mia testa quelle storie che so di poter scrivere e che vorrei vedessero luce.

Un autore / autrice su cui avevi alte aspettative che ti ha deluso e uno/a per contro, che ti ha piacevolmente stupito?

A dirlo mi sento di tradire me stessa, ma gli ultimi libri che ho letto di Licia Troisi non mi hanno convinta, hanno sempre lo stesso pattern, seppur lo stile di scrittura continui a piacermi. Tra le mie letture recenti mi ha piacevolmente stupita La Fonte delle fate di Maria Novella Giorli, non perché gli altri suoi libri non mi siano piaciuti, ma perché in questo libro si vede un’enorme crescita come scrittrice e la storia è davvero bella, inoltre è perfetta da leggere al calduccio sotto le coperte. Anche questo è un buon esempio di self publishing di alta qualità.

Non sei solo una amante dei libri. Hai fatto ben più di un viaggio. L’impatto con nuove culture è un tema che mi elettrizza molto. Come ti sei sentita a riguardo? Hai qualche aneddoto che vorresti condividere con noi?

Io amo viaggiare e, se nei libri viaggio con la fantasia, nella realtà viaggio con le mie gambe! Finora ho visitato principalmente il centro Europa, dove, per quanto ci siano differenze, la cultura resta simile alla nostra. A novembre dell’anno scorso, per il mio compleanno, il mio ragazzo mi ha regalato un fantastico viaggio on the road in Giordania e così ho soffiato le mie 30 candeline nel deserto. Lì si respira un’aria completamente diversa, sembra un po’ come se gran parte del paese sia rimasto bloccato a decenni fa, eppure in molte cose ho rivisto l’Italia e in particolare la Sicilia: nei mercati, nella gente amichevole ed espansiva, nella spontaneità e anche in alcuni paesaggi. Vivendo all’estero, tutto questo mi manca e questo viaggio mi ha fatto capire come in fondo i punti in comune si trovano anche nelle culture che immaginiamo molto diverse da quella occidentale.

Come aneddoto, posso raccontarvi proprio dei miei 30 anni: in quell’occasione abbiamo passato due notti in un campo nel deserto del Wadi Rum, questo era gestito da un uomo e dai suoi tre figli maschi, era strano non vedere mai le donne della famiglia, ma quando ho chiesto mi è stato detto che loro andavano tranquillamente nel deserto quando volevano, ma non al campo, peccato sarei stata curiosa di scambiare due chiacchiere con una di loro. Tornando all’aneddoto: la prima sera al campo, dopo cena, nella grande tenda/stanza di ritrovo, viene festeggiato il compleanno di una simpatica donna polacca e salta fuori che il giorno dopo è il mio compleanno. La sera dopo, appena finita la cena, calano le luci e si accendono dei led intermittenti rossi e viola. Io, che già sospettavo qualcosa, ero lieta che la semioscurità celasse il mio imbarazzo. Parte la musica di buon compleanno e gli uomini del campo entrano nella tenda in processione con aria festosa portando una torta ciambella e un regalino per me. Allora, mando il mio ragazzo a prendere le candeline che mi ero portata, quelle che fanno tutte le stelline luminose tipo piccoli fuochi d’artificio e che pensavo di accendere sola con lui sulla sabbia del deserto. Naturalmente tutti gli ospiti del campeggio si sono uniti al festeggiamento improvvisato e, nonostante io non ami stare al centro dell’attenzione, direi che è stata una bella esperienza. Infine ho spacchettato il regalo dal capo famiglia: una sciarpa e un anellino minuscolo che sospetto abbia rubato a una delle sue figlie, ho apprezzato il pensiero comunque. La torta era stata preparata da una delle sue mogli invece, ne ha ben due. Questo è stato il mio compleanno più insolito, quello che di certo non dimenticherò!

In questo momento ti trovi in Germania. Sia in positivo che in negativo, cosa non ti aspettavi di trovare?

Spesso mi trovo ad elencare le cose negative, ma penso che dipenda un po’ dal mio umore generale considerando che due anni fa partii piena di speranze e dopo tutto questo tempo non ho ancora trovato un lavoro che si addica alla mia laurea. Credevo di trovarlo in pochi mesi e non mi aspettavo di dover padroneggiare il tedesco come un madrelingua per avere speranze. Tra le cose positive direi la pulizia dei luoghi pubblici e la sicurezza, potrei dire anche l’ordine ma talvolta risulta eccessivo e spesso noioso. Una cosa negativa che non mi aspettavo di trovare è l’utilizzo della posta: tutti gli enti scrivono e vogliono ricevere lettere, le email e i format online fanno ribrezzo a tutti evidentemente. Non sono riuscita a trovare molte attività interessanti in inglese, cosa che mi aspettavo da una grande città, ma per fortuna ho trovato alcuni italiani che condividono la mia passione per i giochi da tavolo. Potrei parlare del cibo, ma vi lascio immaginare. In compenso però, ho scoperto le zucche okkaido che sono deliziose. Altra scoperta meravigliosa è la neve, l’avevo vista pochissime volte e non sapevo che i fiocchi di neve fossero visibili a occhio nudo. Adoro guardare i paesaggi innevati e passeggiare quando cadono soffici fiocchi.

Se potessi tornare indietro, che consiglio daresti a te stessa?

Questa è difficile. Potrei consigliarmi di prendere una laurea in qualcos’altro per avere maggiori opportunità di lavoro, ma in verità amo troppo quello che ho studiato per farlo. Per la mia vita all’estero non so davvero che consigli darmi, per il mio profilo libroso invece il consiglio che mi darei tuttora è di prendermene più cura ed essere più costante.

A chi come te vuole espatriare, cosa diresti?

Le esperienze lontani da casa sono sempre importanti, soprattutto per la nostra crescita. Se possibile, magari fare esperienze Erasmus all’università per conoscere luoghi diversi e magari poi sceglierne uno dopo averci già vissuto per alcuni mesi. Purtroppo partire per un luogo che si è vissuto solo da turisti per una settimana, è sicuramente diverso da come ci si aspetterebbe, nel mio caso le aspettative non sono corrisposte alla realtà.

A tua scelta, cinque sassolini che vorresti toglierti dalla scarpa?

Non credo di avere sassolini nella scarpa. Ma ne approfitto per consigliare a tutti i bookstagrammer di essere sempre sinceri con gli autori, naturalmente con i giusti modi, e a tutti gli autori di fare tesoro delle critiche, così come dei complimenti.

Ci sono diverse autrici con cui mi sento regolarmente e con cui mi piace parlare, da loro posso imparare molto nell’ambito della scrittura e, a loro volta, loro ritengono importante il mio parere sui loro libri. Il conoscere altri appassionati di libri ed avere un confronto con loro è la cosa più bella a cui il mio profilo ha portato.

Infine, ti ringrazio per questa intervista, è stato molto divertente e, se ne avrai voglia, mi farà piacere in futuro interagire con te per altre iniziative. Grazie anche a chi ha avuto voglia di leggere le mie risposte!


Ringrazio Chiara per la sua disponibilità e gentilezza! Ho trovato le sue risposte molto interessanti e con basi su cui riflettere. Chiudo con qualche consiglio per gli acquisti.

Piante Rosa del deserto

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